4 agosto 2023

Pecora rossa o pecora bianca


 Sono le cose che non scegliamo a renderci ciò che siamo. Di sicuro questa non l’abbiamo scelta e penso che abbia contribuito a renderci ciò che siamo. Per me e per molti altri, per generazioni, alla nascita il genitore maschio sceglieva anche a quale confraternita dovevi essere iscritto. Del Crocifisso o della Madonna. Nel primo caso diventavi una pecora rossa nel secondo una pecora bianca. Ma questo valeva solo per i maschi. In quanto se alla confraternita potevano essere iscritti sia donne sia uomini. Alla processione vestiti con camice e mozzetta potevano partecipare solo i maschi… Alle donne iscritte, all’una o all’altra confraternita, era solo riservato l’accompagnamento all’ultimo viaggio da parte dei “fratelli”, della propria confraternita. Le “sorelle” non erano ancora previste. Il colore delle “pecore” dipendeva dal colore della “mozzetta” o mantellina. I camici erano per entrambi bianchi. L’appellativo di pecora nacque con l’arrivo del vestiario chiamato “cambius”. Nella rivalità delle confraternite c’era anche questa cosa qua. La cosa era molto più sentita dagli anziani. Una di queste una volta, mentre venivo definito pecora bianca, mi disse: “Meglio essere una pecora bianca che una pecora rossa. Perché le pecore rosse nemmeno esistono”. Nei giorni delle processioni c’erano gli sfottò. Un po' come per le squadre di calcio. Solo che per quanto riguardava le confraternite il tutto si consumava nei giorni in cui ci si “vestiva da fratello”. Durante la processione che riguardava solo la propria confraternita gli sfottò erano pochi. In quanto “i rivali” non uscivano tanto di casa e non andavano alla processione per non aumentare il numero dei partecipanti alla festa. Tutto si amplificava quando c’erano le processioni a cui partecipavano entrambe le confraternite.

19 maggio 2023

Sacro Graal, Confraternite e conflittualità millenarie


Qui vogliamo scrivere delle conflittualità millenarie tramandate fino ai giorni nostri tra il principio universale femminile, La Grande Madre EL, definita Eredità Matriarcale, e il principio universale maschile Dio, Padre-Figlio-Spirito Santo, Him, definita Eredità Patriarcale. Nello specifico scriveremo della conflittualità tra le confraternite del paese, San Nicola da Crissa (VV), che hanno origine, evidentemente, da quando la chiesa decise che venerare il principio femminile fosse eretico. Nascondendo chi fossero gli El-o-Him, Lei e Lui, che ci crearono a loro immagine e somiglianza. Il Padre-Figlio-Spirito Santo in realtà è Madre-Padre-Figlio. Uno e trino. L’1 (Madre) che si fonde con il 2 (Padre) per creare il 3 (Figlio). Nascondendo anche l’importanza del ruolo che ricoprivano le donne, anche negli ordini religiosi, poiché prima della nascita del cristianesimo esistevano Sacerdoti e Sacerdotesse. Non dimenticando l’importanza del ruolo femminile in quanto portatrice/custode della vita. Le due confraternite, da sempre in conflitto, sono quelle del SS. Crocifisso (Gesù/Principio Maschile) e del SS. Rosario (Maria/Principio Femminile).

5 marzo 2023

Déjà-vu

 

Déjà-vu (Già visto). Chi di noi non ha vissuto una situazione e nel mentre della situazione, si è detto: “Ma io questa cosa l’ho già fatta (o vista)”. Meno di frequente si riconosce un posto in cui non si era mai stati prima. Un tempo molti credevano e spiegavano che fosse un’esperienza già vissuta in vite precedenti, in quanto ognuno di noi si reincarna per 7 volte. 
Oggi gli scienziati spiegano il Déjà-vu come una “falsa” sensazione. In quanto alcune regioni del cervello, deputate al riconoscimento delle situazioni stesse, si attiverebbero per errore. E questi errori si attiverebbero più nei giovani che negli anziani. Forse perché il cervello è “programmato” a funzionare in un certo modo e poi con gli anni questa capacità viene persa per l’autoconvincimento, appunto, che sia un errore? Fate caso a quando da bambini volevate tornare indietro nel tempo per “sanare” qualche malefatta o rottura di qualche oggetto a cui vostra madre teneva tanto. Ma di questo parleremo tra un po’. Io ho sempre creduto nella reincarnazione e quindi accettavo il Déjà-vu come un’esperienza già vissuta in vite precedenti. Finché un giorno andai in un posto,
 

11 febbraio 2023

Calabria e Massoneria


 
 
La Calabria è una terra massonica ai massimi livelli. Senza stare qui a raccontare la storia di Filadelfia e dell'amore fraterno. Torno indietro di molti anni partendo col ricordare che l'Italia porta il nome dell'antica Calabria. Negli anni prese questo nome dal greco "kalón-bryōn" con il significato "far sorgere il bene".
 
Ora se c’è qualcuno ancora convinto che la Calabria è stata bastonata dai sabaudi si sbaglia di grosso. 
 
Nome Italia, capitale Torino. Italia significa "Terra dei vitelli". Toro e Torino vanno da sé. Il problema è, e sarà, sempre il dualismo tra massoneria e massoneria deviata. (Nei riti di affiliazione alla 'ndrangheta si presta giuramento su Garibaldi, Mazzini e Lamarmora. Le persone "conosciute" che hanno fatto l'Italia)

Sappiamo che dai primi anni dopo l'avvento di Cristo, distruzione del Tempio di Salomone, e durante il medioevo, numerosi ebrei si stabilirono in Calabria anche perché la Calabria era terra dei nuovi adoratori del Toro. Da qui "vitelli". Cioè i giovani tori. Il Toro nell'antichità era adorato dai Sumeri. I più attenti noteranno che in Calabria i "sumeri" sono i "somari". 
 
Gli adoratori del Toro, Baal. Il Belzebù, Beelzebul, biblico, tradotto come il signore delle mosche, andrebbe tradotto come Baal (Beel) il signore (Tze) del Toro (Bull). Del resto lo zebù è un Toro.
 
 Hanno fatto passare il
 
 
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